Roberto Bernardi

Per Roberto Bernardi la bellezza si identifica con la qualità del lavoro: è una tensione magnetica, un demone che invoca l’enigma della metafisica. Il vero magnetismo della sua opera deriva dal colore che riesce a ipnotizzare i sensi. Il colore è strumento di conoscenza e l’artista ne fa un uso metafisico, con una capacità di resa delle sfumature ai limiti delle possibilità umane della rappresentazione. L’universo cromatico si sovrappone a quello della luce e della forma, arrivando a dare corpo a quel suo tipico mondo compiuto e definito di dolciumi e altre ghiottonerie. L’effetto finale restituisce sulle tele, e sulle recentissime traduzioni plastiche dei ciclopici macarons, un’immagine più reale della realtà che, con lucidità quasi esasperata, la proietta in un universo parallelo dove il tempo sembra sospeso. La ricerca di Bernardi non è infatti una mimesi icastica, iconica, da intendersi come semplice imitazione e riproduzione della realtà. Al contrario, va considerata come mimesis phantastichè, come “rappresentazione teatrale”, “messa in scena” della realtà e, quindi, come tradimento, sovversione, astrazione della e dalla medesima. Una rappresentazione dove la realtà non è così come ci appare, evidente e vera, ma ideale, astratta, totalmente metafisica e irreale.